Stop Vivisection, un inganno intollerabile.

Stop Vivisection è una petizione promossa a livello europeo che si pone come obiettivo nientemeno che l’abolizione della sperimentazione animale, o come gli animalisti sono soliti chiamarla (usando un termine erroneo e volutamente fuorviante, ma dall’alto impatto emotivo), della “vivisezione”. Vivisezione indica propriamente un taglio dell’animale in vivo, ma nell’accezione con cui la intendono gli animalisti è la pratica di sezionare animali vivi per osservarli, che non si pratica più da almeno quarant’anni.

Nella pagina ufficiale della petizione, nella sezione (dis)informativa chiamata What is Stop Vivisection?, si può leggere chiaramente:

Imposing pain and suffering to sentient and defenceless beings, animal experimentation – or vivisection – is, without a shadow of a doubt, to be considered as an intolerable practice.

Le argomentazioni a favore di questa perentoria affermazione sono quelle tipiche degli animalisti, già ampiamente smentite, tra cui la mancanza di validazione del modello animale, che avrebbe come diretta conseguenza (!!!) il fatto che la sperimentazione animale rappresenterebbe un pericolo per la salute e per l’ambiente, un freno allo sviluppo di nuovi metodi di ricerca e un ostacolo all’ottenimento di dati più affidabili ed esaurienti provenienti da tecnologie sviluppate appositamente per esseri umani. Tutto questo è falso (vedi Le FAQ della Sperimentazione Animale). Queste persone stanno dunque chiedendo all’Unione Europea di rendere illegale un metodo di ricerca insostituibile e pienamente affidabile, come riconosce l’UE stessa, sulla base del nulla.

Alla luce di quel nulla, tuttavia, si sentono in diritto di chiedere:

we, the undersigned European citizens, urge the European Commission to abrogate the directive 2010/63/EU on the protection of animals used for scientific purposes. We therefore call upon the European Commission to present a new proposal geared to doing away with animal experimentation, by the compulsory use – in biomedical and toxicological research – of data specifically conceived for humans and not for animals.

Una direttiva, leggibile qui, che era stata sviluppata in collaborazione con le stesse associazioni animaliste, e che rappresenta il miglior compromesso possibile fra le esigenze dei ricercatori e il benessere degli animali. La direttiva, per esempio, impone l’uso di metodi differenti dalla sperimentazione animale (quelli che sono comunemente noti come “metodi alternativi”, e che sono in realtà complementari, dal momento che non esiste ancora qualcosa che possa sostituire un organismo vivente) a meno che non sia strettamente necessario impiegare un animale, e in tal caso i ricercatori hanno l’obbligo di attenersi al principio delle tre R. Per ulteriori informazioni in merito alla direttiva, consiglio di leggere questo articolo su In Difesa della Sperimentazione Animale.

Oltre all’abrogazione della direttiva, i promotori della mozione chiedono alla Commissione Europea di eliminare totalmente la sperimentazione su animali per sostituirla con dati “concepiti specificamente per esseri umani”. Un concetto del genere evidenzia già da solo l’ignoranza, o la malafede, di chi ha redatto questo testo.

The initiative STOP VIVISECTION was born following vibrant and numerous European citizens’ protests against the approval of Directive 2010/63/EU (said on the protection of animals used for scientific purposes). Such a directive did not trigger the abolition of animal experimentation as set forth in the European Treaties. 

Queste sono le premesse alla base della mozione: un concentrato di propaganda animalista basata su affermazioni erronee. Ora, quali sono le possibilità di successo? Nessuna. La Commissione Europea non è composta da idioti a cui è stato fatto il lavaggio del cervello a colpi di immagini di animaletti sofferenti, accompagnate da didascalie sulla crudeltà degli scienziati che eseguono esperimenti inutili perché asserviti alle spietate multinazionali farmaceutiche prive di scrupoli.

Resta però un’interessante osservazione da fare a proposito di questa iniziativa: tutto il comitato organizzatore è composto da personaggi italiani dichiaratamente schierati contro la sperimentazione animale ma privi di qualsiasi competenza in merito: Sonia Alfano, parlamentare, e il suo assistente (il sito lo indica come “responsabile dell’attività parlamentare della signora Alfano”…) Adriano Varrica, la giornalista e attivista LEAL Vanna Brocca e Fabrizia Pratesi de Ferrariis, coordinatrice del comitato scientifico di Equivita, un’associazione che si oppone alla S.A.

I garanti dell’iniziativa, invece, sono André Ménache, inglese, direttore di Antidote Europe, che si dichiara un comitato scientifico per la scienza responsabile, ma ripropone la solita propaganda anti-sperimentazione; Gianni Tamino, presidente del comitato scientifico della già citata Equivita, Claude Reiss, francese, fondatore di Antidote Europe, Ingegerd Elvers, svedese, ricercatrice laureata in biologia molecolare, con un master in genetica molecolare, che si occupa di cancro al seno e predisposizione genetica, Nuria Querol i Vinas, rappresentante spagnola di INTERNICHE, un’associazione che si occupa di sviluppare metodi alternativi, e fondatrice di GEVHA, Group Studying Violence Against Human and Animals, Daniel Flies, belga, presidente della Coalition Antivivisection (ADC-CAV) e Robert Molenaar, olandese, fondatore della stessa.

Mi sembra evidente che da persone con un background simile non può che derivare una presa di posizione contraria alla sperimentazione: quello che mi sorprende è il tentativo di ammantarla di un velo di scientificità, quando pressoché tutta la comunità scientifica globale è d’accordo sul fatto che la sperimentazione su animali sia imprescindibile. Una mozione presentata solo da scienziati e altri personaggi pubblici dichiaratamente contro il riscaldamento globale avrebbe altrettanta autorevolezza?

Un altro dato interessante, per quanto sconfortante, è quello segnalato da Gabriela C. e Jimmy S., due utenti della pagina Facebook  A Favore della Sperimentazione Animale: perché l’iniziativa sia presa in considerazione dalla Commissione Europea, occorre un minimo di un milione di firmatari E un numero minimo di firme per ciascuno Stato membro dell’Unione Europea. Il termine ultimo per raccogliere firme è il primo novembre 2013, e al momento il totale raccolto ammonta a 479.249 / 1.000.000 (47,92 %), di cui 374.567 dall’Italia, il che rappresenta il 75% della quota minima per il nostro Paese. L’unico altro Paese ad aver raggiunto la quota è la Slovenia, per la quale essa ammonta 6.000 firme: con 7.429, la Slovenia ha raggiunto il 123% di firme necessarie.

L’Italia quindi fornisce più firme di qualsiasi altro Paese, ben il 78,2% del totale. Questo dato si spiega solo con la pressoché totale ignoranza della nostra popolazione in materia scientifica, la stessa ignoranza che permette a ciarlatani come Vannoni di Stamina e Simoncini (quello che pretende di curare il cancro con il bicarbonato) di ricevere spazio sui media ed essere trattati da persone serie, e dalla forza delle associazioni antivivisezioniste, che nonostante propagandino sempre le stesse falsità sono trattate come fonti rispettabili e perfino autorevoli. La loro propaganda è ovunque, e al contempo la voce degli scienziati è flebile e stenta ad emergere, nonostante nell’ultimo periodo con le manifestazioni indette da Pro-Test Italia sia stata ascoltata dai media, prospettando per il futuro un progressivo cambiamento della situazione. Io ci spero caldamente: non posso accettare che un Paese prenda decisioni sulla base dell’emotività, viziata da informazioni false, e non seguendo la ragione e lo spirito critico.

Auspico per il futuro che nelle lezioni di biologia delle scuole superiori si parli dell’importanza della sperimentazione animale, fornendo informazioni obiettive ed approfondite al riguardo: per spazzare via la massa di menzogne che la maggior parte della popolazione è ormai abituata a considerare verità occorre un forte cambio di mentalità, che l’informazione da sola non può dare.

Tornando a Stop Vivisection, la tabella sotto, presa dal sito ufficiale dell’iniziativa, mostra il numero di firme raccolte per ciascuno Stato membro e il numero minimo necessario per quello Stato.

Tabella firme Stop Vivisection parte 1

Tabella Firme Stop Vivisection parte 2

18 pensieri su “Stop Vivisection, un inganno intollerabile.

      • Grazie a te! La documentazione è l’unico modo per tenere alta la qualità ed è faticoso seguire una simile linea editoriale, sono felice di sapere che il mio impegno è apprezzato!

  1. 1) Leggo nel tuo post:
    “Vivisezione indica propriamente un taglio dell’animale in vivo, ma nell’accezione con cui la intendono gli animalisti è la pratica di sezionare animali vivi per osservarli, che non si pratica più da almeno quarant’anni.”
    E leggo su Treccani:
    ” vivisezióne s. f. [comp. del lat. vivus «vivo» e sectio -onis: v. sezione]. –
    1. Termine che, secondo un’accezione restrittiva, aderente all’etimo, designa OGNI atto operatorio su animali vivi, SVEGLI O IN ANESTESIA totale o parziale, privo di finalità terapeutiche ma tendente a promuovere, attraverso il metodo sperimentale, lo sviluppo delle scienze biologiche, o a integrare l’attività didattica o l’addestramento a particolari tecniche chirurgiche, o, più raramente, a fornire responsi diagnostici. Con sign. più ampio, il termine viene riferito – almeno ai fini dell’interpretazione giuridica ed etica – a TUTTE QUELLE MODALITA DI SPERIMENTAZIONE, non necessariamente cruente, che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali (ed eventualmente la morte) negli animali di laboratorio (generalmente mammiferi), come USTIONI, INOCULAZIONI DI SOSTANZE CHIMICHE, ESPOSIZIONE A GAS TOSSICI o ad alte energie (radiante, elettrica, di altra natura), SOFFOCAMENTO, ANNEGAMENTO, TRAUMI VARî.
    Siccome ad occhio e croce direi che ad autorevolezza Treccani ti scherza in lungo e in largo, le tue parole equivalgono a mistificazione, laddove non si annidi ignoranza radicata.

    • La mia definizione non voleva essere specialistica come quella di un’enciclopedia, tuttavia “taglio dell’animale in vivo” (anche se sarebbe più giusto, rileggendomi, se avessi scritto “sull’animale”) riassume il primo significato che la Treccani dà alla parola.

      Che nell’uso comune la parola possa essere sinonimo di (almeno alcune pratiche comprese nella) sperimentazione animale, è un fatto, ma è ovviamente inesatto dal punto di vista scientifico. Quello che la Treccani non dice è l’uso “politico” che viene fatto della parola vivisezione da parte degli animalisti, ovvero quello di uno strawman con cui rappresentare negativamente la sperimentazione animale allo scopo di suscitare emozioni negative, quali disgusto e odio, nei confronti della pratica.

  2. Non vedo alcun problema tra quanto viene scritto a proposito della vivisezione nell’articolo e quanto viene riportato nell’enciclopedia Treccani: è ormai assodato che il termine vivisezione viene usato (anche frequentemente) con un significato e in un frangente più ampio di quello specialistico dove è nato o dove ha una definizione più accurata. Ne consegue che l’enciclopedia ti deve informare del fatto che questo termine viene usato con accezioni più ampie (nel caso come “sinonimo” di sperimentazione animale). Purtroppo non sembra darti alcuna informazione sulla legittimità dell’utilizzo allargato del termine e quindi ti consiglierei di rivolgerti a personaggi del settore (biologi, medici,RICERCATORI,…) per avere informazioni più approfondite.
    Senza contare che sarebbe necessario un confronto di questa definizione con la definizione di sperimentazione animale, che immagino includerà necessariamente dei riferimenti al principio delle 3R (lo spero per la Treccani, sennò mi crollerebbe di brutto la sua autorevolezza), per vedere quale delle due meglio descrive cosa succede in un laboratorio di ricerca. Per gli esperimenti cruenti che hai sottolineato, si sicuramente sono inclusi anche quelli nella sperimentazione animale, e sicuramente saranno stati effettuati, ma credo nel secolo scorso, quando ancora bisognava capire come curare una ustione, o che effetti avesse la radioattività su organismi viventi (quindi parliamo di fine ottocento inizio novecento). Per poter fare simili esperimenti al giorno d’oggi bisogna passare tutti i criteri e le restrizioni imposti dalla direttiva UE (che non sono pochi) e soprattutto dare una giustificazione scientifica corredata di dati perché l’esperimento debba essere condotto proprio in quel modo.

    C’è una cosa che mi ha incuriosito della petizione: perché sono necessarie 500.000 firme in italia e in tutti gli altri paesi non si superano le 55.000? (è un OT, ma spero me la facciate passare…)

    [Chiedo scusa per eventuali errori di battitura, ho la pagina che continua e rimbalzarmi su giù per lo schermo man mano che scrivo…]

    • Riguardo alla questione “vivisezione” vs “sperimentazione animale”, la critica all’uso della prima in riferimento all’insieme di tutte le pratiche (dalle osservazioni comportamentali ai test in vivo di farmaci) che compongono la seconda deriva dal gruppo In Difesa della Sperimentazione Animale, che contestano l’uso politico e riduttivo della parola fatto dai media e dai gruppi animalisti, particolarmente grave per il fatto che poche persone in Italia hanno veramente chiaro cosa si intende per sperimentazione animale e perché è necessaria: la parola “vivisezione” fornisce, secondo In Difesa della Sperimentazione Animale, un’immagine fuorviante della SA e costituisce quindi una manipolazione.

      Non ho idea del perché il numero di firme sia così elevato in Italia rispetto agli altri Stati, purtroppo.

      [ la pagina rimbalza anche a me, tranquillo…però non so perché lo faccia, né come rimediare]

  3. […] Stop Vivisection, un inganno intollerabile.Stop Vivisection è una petizione promossa a livello europeo che si pone come obiettivo nientemeno che l’abolizione della sperimentazione animale, o come gli animalisti sono soliti chiamarla (usando un termine erroneo e volutamente fuorviante, ma dall’alto impatto emotivo), della “vivisezione”. Vivisezione indica propriamente un taglio dell’animale in vivo […]

  4. Ciao. Non sto qui a giudicare chi abbia torto o ragione, chi sia stupido o intelligente o chi sia in buona o in mala fede, ma mi spieghi come un qualsiasi atto di sperimentazione, fosse anche solo mettere un liquido sulla pelle o sugli occhi, quindi non tagli o amputazioni, su un qualsiasi animale, può non creare emozioni negative o di rabbia? Con quale diritto e criterio decidi il momento in qui la sperimentazione su animali diventa necessaria? Con quale diritto o criterio decidi che un altro essere vivente deve sottostare alla tua volontà? Semmai ti venisse da etichettarmi come animalista, niente di più sbagliato, direi più anti essere umano.

    • Gli animali non sono in grado di provare emozioni allo stesso modo in cui le proviamo noi, perché manca loro la capacità di rendersi conto di ciò che accade, per esempio, ai propri simili e proiettarla su loro stessi.
      La necessità della sperimentazione animale è per me data già nel momento in cui offre la potenzialità di una cura sia per gli esseri umani sia per altri animali, cura che non può essere sviluppata in altro modo (comitati etico-scientifici vigilano su questo punto prima di autorizzare ogni sperimentazione): e a quel punto il sacrificio dei pochi animali che serviranno per la sperimentazione, per quanto doloroso, è accettabile e perfino giusto. Non pretendo che il mio sistema di valori abbia validità universale, ma non posso fare a meno di chiedermi chi porrebbe davvero la vita di un topo davanti a quella di una persona?
      Odi così tanto l’umanità? Perché?

      • Mi spiace contraddirti sul fatto che gli animali non provino emozioni come le nostre, l’etologia cognitiva e un gran numero di studi recenti smentiscono questa idea antiquata. Rimango comunque favorevole alla sperimentazione animale in assenza di alternative, ma credo e spero che nel futuro non sará più necessaria.

      • Anche per me è così. Mi auguro che in futuro avremo alternative che non comportino sacrifici di animali.
        Ma per ora, restando saldamente ancorati ai fatti, non è ancora possibile e credo che anche un discorso filosofico dovrebbe tenerne conto.

  5. Sei solo un fazioso e dai informazioni incomplete e tendenziose. Ma non importa, ora le firme sono molte di più, ci siamo quasi.

    • I dati sono aggiornati a luglio, quando l’articolo e’ stato scritto. In ogni caso, anche se raggiungeste il numero di firme necessario, il Parlamento Europeo non approvera’ MAI l’abolizione della sperimentazione animale, perche’ non sono ne’ idioti ne’ masochisti, e abbastanza informati da sapere che e’ necessaria alla ricerca.

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