Ti stuprano? Sei una troia che te lo sei cercato

Oggi ho aperto WordPress solo per condividere questo schifo. L’amarezza, la rabbia e il disgusto che provo non possono sbollire da soli: c’e’ bisogno di mostrare, di rendere la gente consapevole di questa mentalita’, di quanto sia diffusa. C’e’ bisogno di fermarsi a leggere piu’ volte una persona che sente la necessita’ di dire che “A 18 anni lo stupro lo si vuole”, e focalizzarsi sull’orrore di queste parole.
#Ineedfeminismbecause…these people exist.

33 pensieri su “Ti stuprano? Sei una troia che te lo sei cercato

  1. Purtroppo, in questo mondo, ormai popolato da molti infami, si tende ad estremizzare la celebre frase Faber Est Suae Quisque Fortunae di Appio Claudio il cieco, citata da Sallustio. Sull’onda di questo invito ad impegnarsi, doveroso finché rimane tale, esistono comportamenti a rischio, che dovrebbero essere evitati per sfuggire alla ferocia di certi individui, ferocia che, naturalmente, non può essere in alcun modo giustificata. In altri campi, di gravità più lieve perché si tratta di beni materiali e non della persona, l’individualismo sfrenato ha portato ad annullare qualsiasi forma di tutela sociale, per trasformare la società (in)civile in una bolgia di fameliche creature l’una contro l’altra armate per sopraffarsi a vicenda: a detta di certe persone, colpa del professionista se non viene adeguatamente retribuito, non della mancanza di una tariffa professionale avente valore legale.

    • Io non sto dicendo che non bisognerebbe evitare i comportamenti a rischio. Anch’io prendo le mie precauzioni in certi contesti.
      Il punto però è che il victim-blaming (attribuire la colpa alla vittima) è disgustoso e sbagliato, soprattutto considerate le circostanze. Adesso il semplice andare in discoteca con le amiche per il 18esimo compleanno ti rende automaticamente una ragazza di facili costumi? E questa è un’attenuante per chi stupra? E’ disgustoso.

      • Ho, infatti, scritto a chiare lettere che il comportamento di queste persone, sempre che possano definirsi tali, non è giustificabile in alcun modo. Vestirsi in un certo modo può essere rischioso, ma non è certo una colpa, né deve essere considerato una colpa: avanti di questo passo, arriveremo all’assurdo di considerare colpevole una persona vittima di atti violenti o di omicidio per avere semplicemente attraversato, come suo diritto, determinati quartieri di una Città.

      • Se consideriamo i “processi” fatti dagli assidui commentatori di notizie online, già succede.

        Il fatto è che, nella nostra società, il tipo di ambiente culturale in cui siamo cresciuti ci porta a sviluppare un errore cognitivo che in psicologia sociale è definito “Errore fondamentale di attribuzione”, e consiste nella tendenza sistematica a sottostimare l’impatto dei fattori situazionali e a sovrastimare l’impatto di quelli individuali quali determinanti del comportamento altrui.
        Da qui discende il victim-blaming. E’ interessante completare l’affermazione precedente notando che nelle culture orientali non si registra questo errore cognitivo, che è causato dalla socializzazione “individualista” (nel senso che pone il focus sull’individuo e sulla sua responsabilità piuttosto che sulla comunità in cui è immerso) occidentale.

      • vestirsi in un certo modo non dovrebbe essere rischioso e infatti in sè non è un rischio dato che purtroppo le aggressioni si verificano a prescindere da come una si veste.
        In qualunque modo una si vesta nessuno deve allungare le mani senza il suo consenso.

        ladymismagius, nelle culture orientali l’individuo tradizionalmente conta poco rispetto alla comunità e questo può portare alcune persone a sentirsi “schiacciate”, nella cultura occidentale moderna si sottolinea molto la libertà dell’individuo e quindi la responsabilità delle proprie azioni ma io la vedo così: in quanto individuo lo stupratore ha deciso di comportarsi in quel modo e deve risponderne

      • Sono d’accordo con entrambe le tue osservazioni.
        Ho citato le culture orientali proprio per sottolineare che l’Errore fondamentale di attribuzione è un prodotto della predominanza della libertà individuale nella nostra cultura.
        Fra l’altro il discorso su questa struttura cognitiva è uscito, a lezione, quando si discuteva del fatto che un’azione compiuta liberamente (piuttosto che sotto costrizione o altre forme di negazione della libertà) è più indicativa del carattere di un individuo piuttosto che un’azione compiuta sotto costrizioni esterne. Un tizio ha alzato la mano per osservare che il non ribellarsi alla costrizione mostra che si è deboli, e allora il prof ha aperto questo discorso.

        E’ interessante notare che quasi nessuno condivide l’idea che lo stupro sia un’azione VOLONTARIA. O è l’istinto, o è la necessità, o una non meglio specificata “malattia”…

      • immagino che ci siano molte resistenze ad ammettere che un’azione tanto maligna possa essere commessa volontariamente. Quanto alla “malattia” (mentale in questo caso) se c’è non annulla la responsabilità personale. Capisco quello che vuoi dire ma per me l’importanza della libertà individuale rimane fondamentale..distorcerla per incolpare le vittime di stupro è gravissimo..e al contempo bisognerebbe ritrovare i lati migliori del concetto di comunità, non è facile

      • Anche per me la libertà individuale è un valore fondamentale. E il fatto che porti a delle distorsioni cognitive non è un difetto: è solo una cosa di cui dobbiamo essere consapevoli, per evitare di incagliarci negli stessi errori.

      • In caso di malattia mentale, se la capacità d’intendere e di volere è annullata, l’individuo non è imputabile, mentre se la capacità d’intendere e di volere è ridotta, il soggetto è imputabile, ma la pena è diminuita.

      • Sì, ma qui si discuteva del fatto che lo stupratore è percepito come “malato” piuttosto che riconoscere che le sue azioni sono volontarie (e che s’innestano su un preciso retroterra culturale che rende la violenza accettata e legittima).

      • Ovviamente, deve essere eseguita un’attenta analisi psichiatrica: nel caso in cui vi sia imputabilità è previsto il carcere nel caso in cui la pena detentiva non fosse prevista o fosse diminuita a causa di incapacità o ridotta capacità d’intendere e di volere, s’impone il ricovero coatto in Manicomio Criminale od Ospedale Psichiatrico Giudiziario, come si usa dire oggi.
        Un grosso problema, purtroppo, consiste nella poca o nulla certezza della pena, per cui delinquenti che compiono i loro infami atti scientemente, talora con premeditazione, stanno poco o nulla in prigione: vale per lo stupro, ma anche per altri gravi reati contro la Persona.

      • be sul discorso delle pene be lasciamo stare, il governo Renzi stava facendo un provvedimento nel testo dello svuota-carcere dove c’era il vero rischio che chi commettesse uno stupro non andasse in carcere, e poi sul discorso degli ospedali psichiatrici carcerari, be li vogliono chiudere perché le condizioni sono pessime però non sanno dove mettere i pazienti problema abbastanza grave direi.

      • Hanno voluto chiudere i Manicomi ordinari ed ora anche quelli criminali; è bensì vero che i Pazienti erano trattati malissimo e, spesso, tenuti in condizioni igieniche precarie, in ambienti fatiscenti, quando non francamente angariati: questo è stato l’errore di fondo, visto che trattasi di Ospedali, specializzati in una sola disciplina, ma sempre Ospedali.

      • senza considerare che con una sentenza della cassazione per lo stupro di gruppo non c’è più il carcere preventivo, cioè quello prima della condanna definitiva.

      • La sentenza della Cassazione – fortunatamente – si riferiva ad un solo caso, perché da noi, al contrario di Stati Uniti e Regno Unito, le sentenze non diventano automaticamente prassi giuridica.
        Certo, crea un brutto precedente. E infatti le contestazioni ci sono state.

  2. Lo stupro è da condannare senza se e senza ma e nessuna, ripeto nessuna, azione imprudente della vittima deve, in nessun caso, essere usata come pretesto per attenuare la gravità del gesto.
    Però, per onestà intellettuale, bisogna anche ammettere che il fidarsi troppo di persone appena conosciute è una grossa imprudenza che sarebbe meglio evitare di compiere perché aumenta di molto i rischi di trovarsi in situazioni come quella in cui si è trovata la vittima.
    Esistono i farabutti, purtroppo, e per evitare di ricevere danni da loro si è costretti a tenere gli occhi aperti.
    Un mondo dove non esista la violenza sarebbe bello, ma oggi è ancora utopia quindi sarebbe opportuno regolarsi di conseguenza.

    • Hai ragione, la ragazza è stata imprudente. E questo è il massimo giudizio che posso esprimere su di lei.
      Il resto è victim-blaming.
      Però non posso neanche dimenticare che la maggioranza degli stupri viene commessa da persone che la vittima conosceva bene, non da estranei. Cito testualmente dall’ultima indagine ISTAT a riguardo: ” I partner sono
      responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i
      rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è
      opera di partner, il 17,4% di un conoscente. Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire
      uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra
      autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, seguiti da
      conoscenti, colleghi ed amici. Gli sconosciuti commettono stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati
      stupri nel 3,6% contro, rispettivamente l’11,4% e il 9,1% dei partner.”

      La citazione è tratta da pag 2 di questo comunicato stampa: http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070221_00/testointegrale.pdf

      Detto questo, mi viene da pensare alla mia situazione attuale. Essendo a Malta per uno stage, quasi tutte le persone con cui sono uscita, specie nei primi giorni, erano estranei, nonché stranieri.
      E la mia padrona di casa mi ha già raccontato storie di studentesse stuprate dopo una notte a ballare a Paceville.
      Perciò, in questa situazione, mi è anche difficile definire con esattezza cosa sia un comportamento imprudente. Posso dire di non aver mai bevuto fino a non essere lucida (odio farlo), e che non avrei mai accettato un passaggio da estranei o un invito a salire a vedere il loro appartamento, ma è anche vero che ieri sono tornata a casa a piedi da sola nel cuore della notte, e che il mio cellulare non funziona perché mi rifiuto di usare la mia SIM italiana.
      E so anche che non voglio rinunciare a conoscere gente nuova solo per paura dei rischi.

      • Già. E ritengo altrettanto degno di nota il fatto che questo rapporto confligge con la rappresentazione tipica degli stupri nella nostra società (un estraneo, nella notte, possibilmente straniero).

      • In Psichiatria ed in Medicina Legale, sovente, si fa cenno al colpevole di reati ed al fatto che possa essere una comune persona appartenente alle cerchie della vittima, tuttavia molti tendono ad ignorarlo.

      • E’ un dato scomodo. Mette in crisi una rappresentazione socialmente condivisa degli stupri che permette di ignorare il problema, in quanto:
        – gli stupri accadono alle persone che se li cercano, che camminano per strade malfamate di notte, vestite in modo sexy, ecc;
        – lo stupratore non è una persona normale, è l’Uomo Nero (inteso sia come spauracchio, mostro, che come straniero).
        E poi è vero quello che si dice: le persone tendono a credere a quello in cui vogliono credere.

      • Be l’importante e non andare a casa di sconosciuti conosciuti da poco,e cercare di avere sempre a fianco un amico o un amica che si conosce, questo dovrebbe bastare, la persone che fa uno stupro è una persona che è consapevole di quello che sta facendo non penso centri una malattia ,be sugli stupro fatti dai parthner capisco perché la società sia restia ad accertarli, perché è un uomo con cui la donna fa abitualmente sesso , dormono assieme sono intimamente legati ecc….. be il fatto che per quanto riguarda gli stupri fatti da amici,conoscenti o partenti , il problema e che la politica non può strumentalizzare la cosa ha proprio vantaggio e cerca di nascondere questo fatto, è un problema abbastanza grave , poi sulla continuazione del articolo quando dice bisogna insegnare agli uomini a non stuprare , be fortunatamente gli stupri in italia non sono cosi alti , questo non significa che non bisogni affrontare il problema del resto anche nei paesi dove i diritti delle donne sono maggiori i tassi di stupri sono molto alti(anche perché la percentuale di chi denuncia è molto alta.)

      • Ma anche se ci fosse un solo stupro all’anno nel nostro Paese comunque il focus dell’educazione dovrebbe essere sul rispettare il consenso e i limiti dell’altra persona. Cosa che non esclude insegnare la prudenza e le precauzioni. E un altro punto importante sarebbe insegnare cosa fare se si è subito uno stupro: le procedure per ottenere contraccettivi d’emergenza, per ottenere i referti che testimoniano le violenze dall’ospedale, per denunciare…

      • In un mondo come quello odierno dove si tende a valorizzare l’istinto competitivo fino al punto di ritenere lecito danneggiare il prossimo pur di ottenere quanto desiderato, l’ascesa dei delitti contro la Persona è un corollario quasi inevitabile. Occorre insegnare a tutti, fin dalla più tenera età che i diritti si possono rivendicare solamente avendo compiuto i propri doveri.

      • Bisognerebbe anche riflettere, a livello di società e di cultura, su come bilanciare il valore delle comunità dove i legami fra le persone sono profondi e costituiscono un tessuto sociale vitale e ricco, con la libertà dell’individuo.

      • Purtroppo anche un principio così semplice fatica a trovare applicazione. E, ancora peggio, si verifica anche il caso in cui si nega apertamente la libertà ad altre persone: pensa alle Sentinelle in Piedi, che protestano affinché NON siano concessi i diritti civili agli omosessuali…

  3. Allora io da uomo penso che la colpa di uno stupro è sempre dello stupratore, in genere come in tutti i reati chi li comete è il responsabile, questo modo di attaccare la vittima mi fa arrabiare e mi intristisce molto , e poi uno stupro non è un furto non si può paragonare le due cose , perché dico questo un conto e farsi rubare una cosa in un momento di disattenzione un altra è il fatto che una persona( o più persone dipende) ti inganni e ti faccia del male, date che uno stupro oltre a lasciare ferite fisiche ne lascio anche di ferite emotive molto più gravi da curare , poi una donna dovrebbe poter vestirsi come si pare , al massimo se è più svestita verrà vista di più ma tutto qui , al massimo significa che gli piace quel vestito e che piace farsi vedere nulla di più non di certo quelle assurdità che erano scritte , e poi una donna come gli uomini dovrebbe poter avere una propria e libera vita sessuale senza che nessuno le possa giudicare ,perché gli uomini possono avere una normale e florida vita sessuale le invece le donne devono essere criticate se fanno le stesse cose, poi è assurdo che in una società sessualizzata come la nostra dove il sesso e la nudità sono presenti ovunque in diversa forma , dai film,telefilm,fumetti videogiochi pubblicità ecc…..e poi una donna deve essere insultata se vuole essere sexy vestirsi con vestiti scollaciati ed avere una vita sessuale florida? ma mi sembra assurdo anzi semmai la società dovrebbe promuovere un modello cosi e renderlo positivo non negativo be in un certo senso sarebbe parità di genere.

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