Le donne sono violente tanto quanto gli uomini? Falso! (Parte 4-fine)

Questo post è un diretto seguito di questo, cui rimando per la trattazione del modo in cui la violenza nelle relazioni colpisce uomini e donne, in termini di gravità e di ripartizioni fra diversi tipi di violenza. Qui completeremo il quadro, focalizzandoci in primo luogo sul legame fra vittima e perpetratore.
Circa l’86,1% delle vittime donne e l’83,6% delle vittime uomini che hanno sperimentato stupro, violenza fisica, e/o stalking nel corso delle loro vite lo ha vissuto ad opera del partner attuale dell’epoca in cui sono avvenute le violenze, mentre il 21,9% delle vittime donne e il 23,1% lo ha sperimentato ad opera di un ex partner.

Il 70,8% delle vittime donne ha avuto un solo perpetratore, il 20,9% ne ha avuti due, l’8,3% ne ha avuti tre o più. Per le vittime uomini, il 73,1% ha avuto un solo perpetratore, il 18,6% ne ha avuti due, l’8,3% ne ha avuti tre o più.

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Il grafico mostra che il 47,1% delle donne ha subito per la prima volta violenza in una relazione fra i 18 e i 24 anni, il 22,4% addirittura fra gli 11 e i 17 anni, il 21,1% fra i 25 e i 34 anni.

Ripartizione dell'età del primo episodio di violenza in una relazione, per vittime uomini.
Ripartizione dell’età del primo episodio di violenza in una relazione, per vittime uomini.

Questo grafico mostra la ripartizione per età del primo episodio di violenza in una relazione per le vittime uomini: il 38,6% ha subito per la prima volta violenza fra i 18 e i 24 anni, il 30,6% fra i 25 e i 34, il 10,3% fra i 35 e i 44, il 15% tra gli 11 e i 17 anni.

Numerosi studi scientifici mostrano che esiste un effetto dose-risposta nella violenza nelle relazioni: all’aumentare della frequenza e della gravità degli atti di violenza, il loro impatto sulla salute delle vittime aumenta proporzionalmente. A causa dell’elevata variabilità nelle forme della violenza domestica, tuttavia, stimare questa relazione è difficile, ma la ricerca ha chiesto ai/alle rispondenti, per ogni perpetratore e per ogni tipo di violenza, quali dei seguenti effetti la violenza aveva provocato su di loro:
– paura;
– preoccupazione per la propria sicurezza;
– sintomi di disordine da stress post-traumatico (PSTD): incubi, tentativi di evitare di non pensarci e di evitare tutto ciò che potrebbe innescare il ricordo, sentirsi costantemente in guardia o colti di sorpresa, sentirsi distaccati o intorpiditi nei confronti di altri, delle attività che si svolgono, dei propri paraggi;
– ferite/danni fisici;
– bisogno di trattamenti medici in seguito ad episodi di violenza;
– bisogno di un rifugio/centro antiviolenza;
– bisogno di assistenza legale;
– contatti con un numero d’emergenza;
– assenza da scuola o dal lavoro in seguito ad episodi di violenza;
– per coloro che hanno riportato uno stupro: aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile o una gravidanza.
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Nella tabella qui sopra, per ciascuno degli effetti (elencati nello stesso ordine della traduzione) è indicata la percentuale di vittime donne che li ha sperimentati. Al primo posto, vissuta dal 25,7% delle vittime, la paura; seguono i sintomi del disturbo da stress post traumatico (22,3%) e la preoccupazione per la propria sicurezza (22,2%), le ferite o danni fisici (14,8%).

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Questa tabella, invece, riporta gli stessi dati per le vittime uomini: al primo posto (vissuta dal 5,2% delle vittime) è indicata la paura; seguono i sintomi del disturbo da stress post traumatico (4,7%), la preoccupazione per la propria sicurezza (4,5%), le ferite o danni fisici (4%).

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Nei grafici soprastanti, per le vittime di violenza nella relazione che hanno sperimentato effetti sulla salute, la distribuzione della diffusione dei suddetti effetti, per le donne e per gli uomini.

La ricerca, dopo aver analizzato l’impatto della violenza sulla salute mentale e fisica delle vittime e la distribuzione per ciascuno degli Stati che compongono gli USA dei vari tipi di violenza di cui abbiamo parlato, propone, sulla base di studi precedenti e dei dati emersi, strategie di contrasto alla violenza ripartite fra prevenzione e rimedi. Per la prevenzione, si parte dal promuovere relazioni sane fra genitori e figli, attraverso l’inclusione e il supporto al ruolo genitoriale dei padri, la creazione di ambienti familiari “emozionalmente supportivi” verso i figli, dove siano facilitate le interazioni rispettose e la comunicazione aperta, perché “i genitori che fanno da modello di relazioni intime sane, rispettose, libere da violenza e aggressività promuovono questi pattern relazionali nei figli“. Si suggerisce inoltre di insegnare ai genitori a riconoscere i sintomi degli abusi sessuali sui bambini.

Ulteriore importanza è attribuita alle relazioni fra pari e con le persone con cui si esce (dating partners): “Le caratteristiche di una relazione rispettosa includono: la convinzione nella possibilità di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza; abilità di comunicazione e risoluzione dei conflitti efficaci; la capacità di negoziare e adattarsi allo stress e gestire in modo sicuro emozioni come la rabbia e la gelosia; la convinzione nel diritto all’autonomia del/la partner, nelle decisioni condivise, nella fiducia. Dagli anni del pre-scuola fino all’adolescenza, i giovani raffinano le loro abilità necessarie per costruire relazioni positive con gli altri. E’ importante promuovere relazioni sane fra i giovani e impedire i pattern di violenza negli appuntamenti che possono proseguire nell’età adulta. E’ importante inoltre rafforzare le relazioni rispettose fra pari per prevenire le molestie sessuali e il bullismo“.

Infine, la terza strategia di prevenzione è centrata sul contesto socio-culturale. “Contrastare le convinzioni, le attitudini, i messaggi che condonano, incoraggiano, facilitano la violenza sessuale, lo stalking, la violenza nelle relazioni. La promozione di relazioni rispettose e non violente non è solo responsabilità degli individui e dei due partner della coppia, ma anche delle comunità e della società in cui vivono. E’ importante continuare ad affrontare le convinzioni, le attitudini e i messaggi profondamente radicati nelle nostre strutture sociali che creano un clima sociale che condona la violenza sessuale, lo stalking, la violenza nelle relazioni. Tali convinzioni e norme sociali sono rafforzate dai messaggi mediatici che ritraggono la violenza sessuale, lo stalking, la violenza nelle relazioni come normali e accettabili, che rafforzano stereotipi negativi sulla mascolinità, o che oggettificano e degradano le donne”.

La ricerca punta anche l’attenzione sulla mancanza di competenze specifiche nel sistema giudiziario, che può portare a minimizzare la violenza e il suo impatto. Per quanto riguarda il contrasto vero e proprio, si punta ad alleviare il fardello che la violenza getta sulle vittime attraverso programmi e servizi volti a “trattare e ridurre il susseguirsi e la gravità della violenza e a spezzare il ciclo della violenza”, ad esempio: “più medici e altri professionisti della sanità hanno bisogno di addestramento sulla cura delle/i pazienti e sui modi di preservare l’evidenza forense relativa alla violenza sessuale. La risposta del sistema sanitario può essere potenziata – e i/le sopravvissuti/e possono essere serviti/e meglio – se più professionisti sono equipaggiati con conoscenze specifiche e con le abilità necessarie per fornire cure mediche e forensi, direzioni, supervisione e leadership, nonché cure rispettose e sensibili e guida per i/le sopravvissuti. […] E’ inoltre importante che i professionisti della sanità siano vigili sui segni e i sintomi della violenza sessuale e domestica durante le visite di routine. Quando tali segni e sintomi sono presenti, dovrebbe essere richiesto che una ricostruzione della storia medica del/la paziente sia redatta, che siano condotte valutazioni dei sintomi e che siano forniti appropriati trattamenti, aiuto psicologico, indicazioni sui rifugi e la protezione, e visite di follow-up“.

Infine, la ricerca rimarca quella che dovrebbe essere un’ovvietà, ovvero la fondamentale importanza dei centri antiviolenza, uniche strutture in grado di fornire protezione fisica, aiuto legale, sostegno psicologico, segretezza e confidenzialità e risorse, in un colpo solo, ribadendo che soprattutto per le donne che non vivono in città l’accesso a questi servizi è un grosso problema.

Questa serie si conclude qui.

32 pensieri su “Le donne sono violente tanto quanto gli uomini? Falso! (Parte 4-fine)

  1. Considerando che siamo alla conclusione di questi post ti devo fare i complimenti per il lavoro svolto , parlare di queste cose immagino non sia facile quando si parla di violenza fra i partner ,ora che siamo alla conclusione bisogna fare delle conclusioni intanto come provare a evitare e ridurre questi episodi ,bisogna cercare di insegnare nelle scuole un amore senza violenza certo poi non è detto che una volta cresciuti questi ragazzi non commettano dei crimini ma bisgona pur provare a fare qualcosa, certo anche le famiglie devono avere un ruolo importante in questo del resto la maggior parte dei compagni violenti non viene da famiglie dove il padre è violento, questo è quello da fare prima ora proviamo a parlare di quello da fare dopo che i fatti si sono consumati , oltre a chiaramente allontanare queste persone violente dal partner e dai figli bisogna fornire assistenza legale ed economica alle persone colpite dalla violenza , oltre che avere dei centri e del personale specializzato in questi casi ,dobbiamo considerare che per l’europa raccomanda un centro anti violenza ogni 10.000 persone e un centro d’accoglienza ogni 50.000 abitanti in Italia dovrebbero esserci dunque 5700 posti letto ma ce ne sono solo 500, contro i 1100 della Francia, i 7000 della Germania, i 4500 della Spagna e i 3890 dell’Inghilterra. Anche la Turchia è più avanti di noi, con 1478 posti a disposizione. per quanto riguarda il numero dei centri di accoglienza, la situazione italiana non è all’altezza degli standard europei. Gli studi dell’associazione Women Against Violence dicono che il nostro Paese ha 54 case rifugio per donne in pericolo, i cosiddetti “women’s shelter”. In Inghilterra sono 685, in Germania 346, in Spagna 148, in Svezia 180, nel Paesi Bassi 100, sicuramente lo stato può spendere di più contro la violenza sulle donne.

    • Lo Stato dovrebbe assolutamente fare di più, e farlo valorizzando le competenze delle donne che già gestiscono gli attuali centri antiviolenza e hanno la sensibilità e la capacità di formare nuove responsabili per questi servizi. Poi, come raccomanda la convenzione di Istanbul, la protezione della donna deve cominciare al momento della denuncia e perdurare per tutto il processo.

      • alla fine considerano le spese dello stato non parliamo di grosse cifre da spendere, ed è una cosa molto importante,infatti purtroppo alle fonte le vittime sono donne che hanno già denunciato ma questo non è stato sufficiente 😦

      • E’ la cosa più terrificante, secondo me: una donna che fa la denuncia, attende con speranza, e poi nulla cambia, l’incubo continua e lo Stato non è stato in grado di aiutarla. E’ orribile. E’ qualcosa che si sarebbe potuto impedire!

  2. Anche perchè se ci sono già delle prove evidenti ,mi sembra normale che l’accusato debba essere sottoposto a delle restrizioni se non subito il carcere quanto meno i domiciliari l’obbligo di firma o il braccialetto elettronico,e poi oltre a i posti letto e centri che si occupano di questi donne , bisognerebbe aiutarla a trovare lavoro se non hanno un redditto se magari dipendevano dal marito/compagno violento che lavorava , oltre a poter fare dei corsi di formazione per imparare cose nuove che le possano aiutare a entrare/rientrare nel mondo del lavoro.

    • Molti centri antiviolenza hanno al loro interno delle strutture dove le donne possono lavorare, come sartorie o simili. Non serve solo per poter acquisire delle abilità, ma anche per impegnare il tempo durante le giornate: i processi possono essere molto lunghi, e spesso le donne devono restare nelle strutture a lungo. Svolgere un lavoro aiuta a non sentirsi inutili e/o prigioniere.

  3. Che poi se dovessimo prendere come paragone la popolazione carceraria maschile e femminile(anche se si parla di tutti i reati penali per cui è previsto il carcere anche quelli che non hanno come riferimento la violenza di genere e la violenza in generale) la situazione è abbastanza chiara ,su 29 milioni di uomini ci sono 63.000 detenuti uomini mentre su 31 milioni di donne ci sono 2800 detenute donne, quindi significa che abbiamo 1 carcerata donna ogni 11.000 donne e quindi su 100.000 donne ci sono 9 detenute , mentre per quanto riguarda gli uomini abbiamo un carcerato uomo ogni 454 uomini e quindi su 100.000 uomini abbiamo 220 detenuti ,quindi gli uomini commettono reati 24 volte più delle donne, la situazione mi sembra molto chiara i numeri non mentono.

    • La popolazione carceraria non è un argomento che ho studiato, quindi non so se ci sono fattori sistematici che creano questo squilibrio. Ma in generale non ho problemi a credere che per la nostra società la violenza è ancora molto connotata al maschile.

      • I dati che ho postato li ho messi per avvalorare ulteriormente la tua conclusione ,ironicamente potrei dire che forse i bambini andrebbero cresciuti come si fa con le bambine una specie di “femminiliazazione” magari cosi questo squilibro si cancella ma tornando seri, alle volte mi capita di vedere programmi dove parlano di donne in carriera in grosse aziende , e si elogiano le donne dicendo che sono più affidabili e meno corruttibili e chiaro che per fare un confronto affidabili le donne e gli uomini dovrebbero essere al 50% delle postazioni di potere e bisognerebbe aspettare degli anni per fare delle comparazioni affidabili ma è in dubbio che se si confrontano i dati ora dire che una donna è meno corruttibile,e più affidabile e meno propensa a commettere reati questo è indubbiamente vero , di certo se le aziende puntassero su questo fattore dovrebbero assumere molte più donne.

      • Penso che questo derivi dal fatto che le donne in posizioni di potere sanno che la loro reputazione è molto più vulnerabile, i loro errori sono perdonati molto meno facilmente, e quindi sono più caute.

      • Mi viene spontaneo domandarmi: se Berlusconi fosse stato una donna, avrebbe potuto sopravvivere a tutti gli scandali politici e giudiziari continuando ad essere stimata da una grossa fetta della popolazione? Io credo di no.

  4. Be mi risulta difficile anche solo immaginare un Berlusconi donna ,e poi non dimentichiamoci gli scandali sessuali se fossero capitati a una donna l’avrebbero distrutta (anche se in questo caso fare geneder bender/gender swapping è molto difficile)già le donne anche se fanno alcune dichiarazioni vengono pesantemente attaccate magari le loro posizioni possono essere discutibili attenzione ma talvolta i politici uomini dicono di peggio e non c’è tutto questo attaccamento mediatico , ma poi onestamente se una donna in politica(ma anche fuori dalla politica) fosse fidanzata/sposata con un uomo molto più giovane di lei 20/30 anni molto storcerebbero il naso mentre questo non accade quando i sessi sono invertiti , e poi per quanto riguarda Berlusconi viene difeso sia dalla donne che dagli uomini dubito che se fosse successo a una donna sarebbe stata difesa a questo modo (anche perchè se no non esisterebbe il maschilismo/sessismo)

  5. Poi c’è pure un altro tipo di violenza che le donne subiscono ovvero quello nella rete, come successo a Tiziana Cantone oppure a quella ragazza che è stata violentata in un bagno di un locale e le “amiche”(con mille virgolette)l’hanno filmata durante lo stupro ridendo, oppure una ragazzina che è stata costretta a cambiare scuola per un video hard e cosi via…….

    • Già. Gli uomini presenti negli stessi video hard non subiscono il “naming and shaming” (le loro identità non vengono rese pubbliche a scopo di gogna) e non subiscono lo stigma.

      • Che poi mi chiedo tutte quelle persone(uomini o donne che fossero) che la prendevano in giro o sarebbe meglio dire che la tormentavano e la perseguitavano gli sarebbe piaciuto se loro si fossero ritrovati in quella situazione o se una cosa del genere fosse successo a una donna amica e/o loro parente io non penso proprio e poi onestamente non so la vicenda al 100% e alla fine non penso sia tanto rilevante saperla mi spiego nel video si capisce che ci sia di mezzo un tradimento non si capisce se sia stata lei a tradire il suo ragazzo o se sia una vendetta per il fatto di essere stata tradita come ho letto in un blog ma questo non cambia di una virgola i fatti ci sono un sacco di persone(sia esse uomini o donne) che tradiscono ma questo non significa che si meritano questo ,e poi penso che se un uomo tradisce e prende in giro la compagna tradita nel video in cui ha un rapporto con un altra donna mica lui ottiene lo stigma anzi ,e poi questo discorso dello stigma accadrebbe magari anche a una ragazza il cui video di quando ha un rapporto col suo ragazzo finisce in rete e lo vedono tutti i suoi compagni di scuola/istituto.

      • Io credo che le persone che hanno insultato Tiziana Cantone si credano troppo moralmente superiori per macchiarsi delle orride colpe di “fare video hard” e “tradire”, e che credano che questo li autorizzi a insultarla. Il che è ridicolo, infondato, e pure stupido.
        Non pensano nemmeno di poter essere nei suoi panni, la vedono come parte di una categoria che loro non toccheranno mai, né a cui si avvicineranno mai.

  6. Oltretutto con le avanzare delle indagini sembra che alcuni aspetti siano più chiari premesso che ancora non ci sono certezze ma solo teorie avvallate da alcune prove, sembra che il fidanzato di Tizana Cantone avesse una certa fantasia/perversione erotica di vedere la propria compagna che va con altri uomini(cuckold) e che sia stato lui a spingerla ad avere quei rapporti e anche a filmarli oltretutto in un video c’è una persona che film Tiziana che con altri uomini ma non partecipa , questo spiegherebbe anche le frasi nel video che non volevano offenderlo(tipo quando una mistress offende il suo schiavo una cosa del genere) e che quindi non era un vero e proprio tradimento infatti lui non l’ha lasciata strano dubito che un uomo tradito e insultato non lascerebbe la sua compagna oltretutto dopo l’eco mediatico ma se in realtà la teoria fosse vera la cosa avrebbe senso e poi onestamente quante persone tradiscono il proprio parthners non solo con un amante ma anche facendo sesso di gruppo non penso molti ,e poi perchè fare i video sapendo di essere scoperta dal tuo parthners senza considerare che l’ex fidanzato di Cantone(quindi quello prima di questo considera strano il suo comportamento dato che è stato con lei per un anno e mezzo)quindi quei video dovevano rimanere a lei al fidanzato e agli altri uomini ma qualcuno di questi uomini l’ha tradita ,il fidanzato ha voluto nascondere questa cosa e forse gli ha detto di fare la stessa cosa a lei ,be il dopo lo conosciamo.

    • Sicuramente Tiziana non aveva voluto che i video diventassero pubblici. Ammetto che l’idea che il partner sapesse e approvasse che lei avesse rapporti con altri uomini appare più plausibile del tradimento. Indipendentemente da quanto fosse ristretto il circolo di persone con cui Tiziana voleva condividere il video, di certo qualcuno ha tradito la sua fiducia.

    • Diciamo che in questo caso tutta fa supporre di no,oltre al fatto che è stato sempre defilato poi ha parlato di fotomontaggio e in più altri aspetti in uno dei video come dicevo (lo dicevano a chi l’ha visto) c’è un uomo dietro alla telecamere che parla e “guida” la scena ma non interviene cosa che sempre avvalorare quella teoria e poi al inizio si è subito scagliato contro gli uomini del video e mai su di lei avvalorando la tesi che uno di questo uomini avesse messo il video su internet ,anche perchè un conto e tradire, ma quelle parole sembrano di qualcuno che voglia vendicarsi di un torto subito o una cosa del genere quindi che tu voglia lasciare il tuo ragazzo e quello sia l’ultima fase l’idea del gioco erotico sembra più realistica(un pò come se prendi le frasi di una mistress fuori dal contesto ti fanno tutto un altro effetto) probabilmente uno di questi uomini forse voleva essere qualcosa di più magari voleva vederla più spesso o cose del genere e quindi poi ha deciso di mandare il video su internet(Tiziana ha fatto i nomi di 4 persone) con nome e cognome e darlo agli amici di Tiziana su Facebook/whatsapp del resto se fosse stato messo su un sito pornografico senza nome e cognome in milioni di video difficilmente un conoscente/amico/parente di Tiziana avrebbe mai visto quel video ,che poi io se dovessi ricevere da una terza persone un video esplicito di una ragazza che conosco di certo non lo condivido o lo metto su siti pornografici essendo onesto probabilmente lo vedrei ma penso che lo cancellerei subito dopo e magari gli direi a questa persona che un suo video spinto mi è stato mandato da tizio almeno io penso che agirei cosi non capisco invece perchè le persone si sono comportata in maniera diversa e non penso solo uomini , queste persone si dovrebbero ricordare di non giudicare se non vuoi essere giudicato e non fare agli altri cosa non vuoi che ti sia fatto(questo dovrebbe valere anche per i non religiosi essendo una cosa molto logica e giusta a mio modo di vedere) ,poi sul tradimento parlando in generale penso sia giusto perdonare (anche per i non cristiani) un parther che tradisce alla fine ci può essere un momento di debolezza oppure il parthner tradito può anche avere delle colpe come aver trascurato il rapporto ,l’importante e che si capisca di aver sbagliato e che non lo sia rifaccia più ovviamente in questo caso sarebbe meglio che la donna abbia avuto fugaci rapporti con vari uomini piuttosto che una unico amante che potrebbe essere un problema troncare il rapporto sopratutto se questo fosse un suo collega sul posto di lavoro.

      • Il tradimento è difficile. Io ammiro chi perdona, ma non so se ce la farei, non so se avrei abbastanza coraggio e fiducia. Lo ammetto. Non giudicarmi. Intanto spero che non mi capiti mai di dovermi confrontare in prima persona con un tradimento.

        Quando al mio ragazzo sono arrivate le foto di Diletta Leotta, quando ormai già sapevamo tutti che erano state hackerate con tanto di numero di telefono, lui si è rifiutato di scaricarle. L’ho ammirato, anche se non fa nessuna differenza non sarebbe stato giusto vedere foto che lei non avrebbe voluto che tutti vedessero.
        E’ diverso il caso di una cosa che viene inviata senza che il destinatario sappia che è stata diffusa senza consenso, ma onestamente spero che cose del genere non accadano più. Sono solo inutili fonti di sofferenza, e la gente dovrebbe pensarci.

  7. Non ti giudico tranquilla ,ovviamente ti auguro di non trovarti mai in una situazione del genere. Certo già hackerare qualcosa è un reato cosi ancora peggio ,be in quel caso però il problema non è stato tanto vedere il video (pure io l’ho visto ma perchè me lo hanno fatto vedere degli amici che ovviamente non sapevano della vicenda ma parliamo di quando il video fu diffuso al inizio) ma tutti quelli che hanno fatto le pagine che la prendevano in giro chi la fermava per strada chi la importunava su facebook e cosi via , ovviamente sui siti pornografici uno queste cose non le può sapere ma se uno ti manda su facebook un video del genere di una persona a te amica ma non è lei a mandartelo qualche domanda te la devi fare.

    • Infatti, ma poi è una questione di logica: queste vicende non sono più, purtroppo, degli eventi rari. Bisogna sempre considerare la possibilità che i video siano stati inviati senza consenso.

      • Penso che il femminismo oggi debba concertarsi sul fatto di riuscire a creare una società dove non ci sia un doppio standard morale per uomini e donne e che questo sia insegnato anche a scuola e capire che il femminismo ha anche bisogno degli uomini e ovviamente gli uomini devono capire che il femminismo a bisogno di loro.

  8. Infatti nella manifestazione contro la violenza sulla donne oltre ad aver avuto una partecipazione abbastanza grossa si parla di 200.000 persone ,oltre alle donne c’erano pure moltissimi uomini. Del resto bisogna considerare che il femminismo a bisogno degli uomini ,che siano politici che devono fare le leggi, che siano semplici manifestanti per protestare ,che siano avvocati ecc….. poi è importante che una femminista riesca ad avvicinare gli uomini a lei vicini in queste lotte quindi padri,fratelli,amici,fidanzati/mariti,figli ecc…..e anche di avvicinare altre donne ovviamente.

    • E’ logico. Anche perché i problemi delle donne spesso derivano dal loro rapporto con gli uomini (quasi sempre sono gli uomini ad essere violenti, a discriminare, ecc), e se il problema è nel rapporto mi pare che non possa essere risolto senza coinvolgere gli uomini.

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