#mediawelike: personaggi femminili da ricordare

Il mondo dei blog femministi (soprattutto quelli anglosassoni)dedica spesso la sua attenzione all’analisi dei personaggi femminili nella letteratura, nel cinema, nei videogiochi, nelle serie televisive, nella consapevolezza che “representation matters“, la rappresentazione conta, perché influenza il nostro immaginario e crea dei modelli, a volte esempi positivi a cui ispirarsi, altre volte stereotipi dannosi da cui rifuggire. L’hashtag del titolo si riferisce alla campagna omonima lanciata su Pinterest dal progetto “Miss Representation“.

Io stessa, sin da piccola, mi sono identificata nei personaggi femminili forti che ho avuto modo di conoscere, e questa ammirazione non mi è ancora passata, per cui ho raccolto volentieri l’ispirazione fornita da Emily Temple nel suo articolo Feminist Avenging Angels: 10 of the Most Powerful Female Book Characters, e ho apprezzato molto la sua lista. Personalmente, penso che Katniss Everdeen meriti più considerazione, e non lo dico perché sono innamorata della saga di Hunger Games (nella versione dei libri: gli adattamenti cinematografici, fermo restando che Jennifer Lawrence è bravissima, non dicono molto), ma perché Katniss, oltre ad essere una ragazza dallo spirito libero e indipendente per natura, ha uno spiccato senso di giustizia, ha sorretto la sua famiglia da sola dopo la morte del padre a soli 11 anni, con grande spirito di sacrificio, risolutezza e pragmatismo, ha una profonda sensibilità (pensate a come ha voluto circondare il corpo di Rue di fiori dopo la sua ingiusta morte nell’arena) e non è un personaggio romantico. Nel caratterizzarla, l’autrice ha creato un personaggio che possiede il giusto equilibrio fra emotività, istinto e razionalità, forte ma non insensibile, combattente per necessità e per i suoi ideali, ma non spietata.

La lista di Emily Temple è stata ripresa dalla 27esima Ora in Protagoniste del cambiamento(nei romanzi): ecco le nostre eroine di Serena Danna. Anche qui gli spunti sono interessanti, sebbene meno attinenti all’argomento di questo post.

Quindi mi accingo a compilare la mia personalissima lista. Ho scelto i personaggi in base alla complessità della loro caratterizzazione psicologica (un personaggio monodimensionale, che può essere descritto con uno o due aggettivi, non è mai un personaggio interessante, né può essere un modello in cui identificarsi, qualcuno che si sogna di essere). Fondamentalmente, un personaggio femminile “femminista” è semplicemente un personaggio femminile ben costruito, che non cada nella piattezza di uno stereotipo. Per esempio, in questo articolo intitolato We’re losing all our Strong Female Characters to Trinity Sif Syndrome Tasha Robinson sottolinea come molti personaggi femminili in ruoli di supporto siano confinati in un nuovo cliché: l’eroina determinata, forte e potente…che tuttavia è un passo indietro all’eroe protagonista, e quando il gioco si fa duro ha comunque bisogno di essere salvata. Una damigella in pericolo 2.0: autonoma, fiera, forte, ma comunque incapace di collaborare con il protagonista su un piano di parità. La definizione secondo me non si applica a Trinity di Matrix, uno dei migliori personaggi femminili di sempre, ma rende l’idea se consideriamo come esempio paradigmatico Sif di Thor Thor: the Dark World, che nonostante venga presentata come una guerriera fiera e temeraria ha un ruolo fin troppo marginale nei film e pochissima caratterizzazione psicologica.

Non che io condivida pienamente l’articolo della Robinson – stralcerei subito Tauriel dalla lista (aggiungendo un grazie a Peter Jackson per aver inserito un personaggio femminile come lei ne Lo Hobbit nonostante il romanzo originale non lo preveda), ma la sua lista conclusiva esprime perfettamente quello che intendo dire: se un personaggio femminile viene presentato come “forte”, ma poi in concreto non fa nulla di rilevante all’interno del film/libro/videogame di cui fa parte, allora non è un personaggio ben fatto. Nota: l’articolo della Robinson parla di support characters, non di protagoniste, perciò considerare personaggi femminili che siano le protagoniste delle loro storie come controesempi non ha molto senso.

Comunque sia, la lista. Ovviamente non ha nessuna pretesa di essere esaustiva, so che si potrebbero citare decine di buoni personaggi femminili (cosa di cui sono molto felice, ovviamente! Sia come femminista sia come ragazza a cui piacciono le storie ben scritte e i personaggi sviluppati in maniera interessante). Questa lista è solo una mia personale “hall of fame” di personaggi che amo.

Maka Albarn dell’anime Soul Eater. Maka è una maestra d’armi che combatte in squadra con Soul Eater Evans, un ragazzo che ha il potere di trasformarsi in una falce, figlia della Falce della Morte. Nel corso della serie rivela una personalità molto complessa, a volte insicura, molto sensibile e protettiva nei confronti dei suoi amici, coraggiosa e generosa. In particolare mi ha molto colpita la profonda empatia che Maka sa dimostrare, e l’umanità con cui è tratteggiata una ragazza alla ricerca di sé stessa. 

 

Maka Albarn, dalla serie anime Soul Eater

Ellen Ripley della saga cinematografica di Alien. Ripley (interpretata da Sigourney Weaver), la coraggiosa, libera, indipendente, intelligente, materna, protettiva Ellen Ripley è una delle icone femministe nel cinema per eccellenza, la capostipite di tutte le eroine. Lascio il compito di renderle omaggio a questi due link: The Rise of Ripley: Gender and ‘Alien,’ Part 1 e Dalla Nostromo alla spada – Lipperatura di Loredana Lipperini.

Ellen Ripley come appare nel primo film, Alien.
Ellen Ripley come appare nel primo film, Alien.

Alice della saga cinematografica di Resident Evil. Alice (interpretata da Milla Jovovich) non è solo una guerriera dalla spiccata intelligenza strategica, ma è una vendicatrice mossa da un forte spirito di giustizia, che ha superato numerosi traumi, come lo scoprire di essere stata una pedina nelle mani dell’Umbrella Corporation e indirettamente responsabile dell’epidemia di T-virus che ha trasformato quasi tutta la popolazione mondiale in non-morti. Per questo si sente in dovere di proteggere con tutte le sue forze ciò che rimane dell’umanità e distruggere l’Umbrella. Nel corso della serie di film Alice si innamora e vede il suo innamorato, Carlos Oliveira, sacrificarsi per la salvezza del gruppo, stringe amicizia con le poche persone che conquistano il suo rispetto e superano la sua coltre di freddezza, come Claire e Chris Redfield, Luther West e Jill Valentine, e vede quest’ultima diventare un burattino nelle mani del suo nemico. Nell’ultimo film rischia la vita per salvare una bambina, figlia di un suo clone. Le esperienze da cui è passata l’hanno resa fredda e implacabile, dedita solo al suo obiettivo, ma con le persone di cui ha imparato a fidarsi dimostra una grande lealtà, generosità e spirito di sacrificio.

Alice nel terzo film della saga, Extinction
Alice nel terzo film della saga, Extinction

Natasha Romanoff, meglio nota come Vedova Nera (interpretata da Scarlett Johansson), in The Avengers e in Captain America: the Winter Soldier. Agente d’élite dello S.H.I.E.L.D., verso il quale nutre una profonda lealtà a causa del fatto che il collega Clint Barton (Occhio di Falco) ha scelto di risparmiarle la vita e offrirle una seconda occasione quando era una criminale, Vedova Nera ha un’intelligenza brillante, una grande capacità di reazione agli imprevisti e di elaborazione rapida di strategie, elevate conoscenze informatiche, un addestramento impeccabile nelle arti marziali. Il tratto più spiccato della sua personalità è la lealtà nei confronti delle persone che sente il bisogno di proteggere e la dedizione al lavoro, che nasce dal senso del dovere. Appare fredda e controllata, ma solo perché fa parte del suo lavoro il dissimulare le emozioni: in realtà i legami con le persone a cui tiene sono profondi in lei e darebbe ogni cosa per loro.

 

captain-america-the-winter-soldier

La diversità è spesso una ricchezza, e ancora di più se si parla di personaggi e storie. Ci sono molti modi di essere “donne forti”, esattamente come nella vita reale (lo esemplifica benissimo questa lista redatta dal blog The Mary Sue, che focalizza l’attenzione su personaggi femminili privi di poteri e/o costumi da supereroe, diversi fra loro quanto possono esserlo Mulan e Lois Lane). Non è importante vedere fotocopie di questi personaggi ovunque, è importante che gli autori, scrittori o sceneggiatori, quando scrivono un personaggio femminile ci mettano la stessa cura e la stessa complessità che adottano per i personaggi maschili. “Donna” NON è una caratteristica a sé stante, sufficiente a caratterizzare un personaggio, perché ci sono infiniti modi di essere donna.